LA GASSIFICAZIONE DELLA LEGNA

Ormai da qualche anno si sente parlare di queste nuove tecnologie legate alla combustione della legna e dei suoi derivati,di inversione di fiamma e di caldaie a gassificazione .

Vediamo allora di spiegare in termini comprensibili cos’è una caldaia a legna a gassificazione e  comprendere così meglio come si arrivi ad ottenere  risultati strabilianti,come il ridottissimo numero di cariche, l’estrema facilità di pulizia e la manuitenzione ridotta.

Chi ha infatti un impianto a legna con una caldaia “tradizionale”,o con caldaie che sono a gassificazione di legna solo sui depliants, si scontra quotidianamente con problemi di:

  • sporcizia
  • catramazione
  • frequenti cariche di legna,anche  ogni 4-6 ore
  • difficoltà della caldaia a rispondere alle esigenze dell’impianto
  • sovratemperature

Questi problemi riducono in modo drastico il comfort di vita che invece DEVE  essere assicurato anche da un impianto a biomassa.

Allora da dove nascono questi problemi?

Prima di tutto dalla qualità della caldaia e dalla qualità della sua posa in opera;

ancora oggi non è raro vedere installazioni senza volano termico ossia senza puffer di accumulo,o con puffer di ridotta capacità, installazioni con vasi di espansioni del tipo aperto montati  in posizioni non idonee,oppure caldaie sovradimensionate per  far fronte al basso rendimento che in media stagione creano più problemi che calore .

Anche la qualità della caldaia che,molto spesso, gassifica solo sui depliants di vendita,ha il suo peso.

Bisogna conocere il principio di combustione della legna per comprendere il motivo per il quale non tutte le caldaie possono offrire risultati di eccellenza.

Perchè il legno possa bruciare,è necessario che venga trasformato in gas per mezzo del calore.

A partire da una temperaura di 100°C,l’acqua contenuta nel legno evapora.

A partire da 200°C inizia il processo di decomposizione in carbone di legna,in misura del 20% ,e gas di legna in misura del 80%:

i gas di legna sono composti da una miscela di biossido di carbonio,monossido di carbonio,idrogeno,metano,metanolo,diversi fenoli,acetone e acido acetico.

Per il degassamento sono sufficienti 400°C,tuttavia,affinchè i fenoli(catrame)possano essere scomposti completamente in carbonio,monossido di carbonio e idrogeno combustibili,è necessaria una temperatura di almeno 900°C,meglio se di 1100°C.

La rottura di legami complessi presenti nel gas di legna richiede,oltre ad una temperatura elevata,anche un certo periodo di tempo:

questo spiega perchè la fiamma di gas prodotta dalla combustione della legna ha una duratata così lunga.

Osserviamo l’esploso tecnico di una caldaia a gassificazione di legna ETA SH

Nelle caldaie a legna ETA,grazie all’alimentazione controllata di aria primaria e secondaria,alla particolarità dell’ugello di miscelazione,alla sonda lambda e alla camera di combustione brevettata a zone di incandescenza, si ottiene una combustione non raffreddata a temperature comprese tra i 900°C e i 1100°C,dove la fiamma ha il tempo sufficiente per far decomporre e bruciare anche le particelle di carbonio più ostinate come i fenoli contenute nella lignina della legna.

eta legna 9

Queste elevatissime temperature di combustione permettono inoltre che la quantità di monossido di carbonio liberata con i gas di scarico della caldaia si mantenga ben al di sotto del limite di 100 mg/MJ.