Impianti a Condensazione

Sistemi a condensazione: minimo impatto ambientale e grande risparmio energetico

La condensazione è, scientificamente, il passaggio di una sostanza dallo stato di vapore allo stato liquido, che si realizza per compressione o raffreddamento.

All’ interno di qualsiasi caldaia, la combustione, che genera il calore fondamentale per alimentare l’impianto, produce, come prodotto residuo, fumi di combustione.

Questi fumi, espulsi attraverso il camino ad alte temperature, contengono azoto, anidride carbonica evapore acqueo.
Proprio dal vapore acqueo può essere recuperata una grande quantità di energia termica, attraverso la condensazione.

Le caldaie a condensazione, infatti, recuperano il calore latente presente nei fumi di combustione, incrementando enormemente il rendimento termico degli impianti, fino a raggiungere valori impensabili con le tradizionali caldaie a rendimento.

Questo si traduce in un notevole risparmio energetico e rispetto per l’ambiente, visto l’abbattimento delle emissioni inquinanti che questi sistemi assicurano.

Per essere certi di scegliere una caldaia a condensazione che sia davvero di qualità e ottimale per la tipologia impiantistica alla quale la destineremo,cerchiamo prima di capirne il principio di funzionamento .
Come sappiamo questo tipo di caldaie ha una resa elevata e la temperatura dei fumi in uscita è molto più bassa rispetto alla caldaie tradizionali.
Le caldaie a condensazione sono quelle a più alta resa, in quanto riescono ad arrivare ad un rendimento energetico del 105% – 110% utilizzando il calore dei fumi di scarico.
Il principio di funzionamento consiste nel raffreddare i gas di scarico fino al punto di condensazione, chiamato anche punto di rugiada, del vapore acque contenuto nei gas di scarico. Questa fenomeno di condensa porta a generare acqua che risulta acida e che va adeguatamente smaltita prima di essere scaricata nella rete fognaria.
Nel nostro caso condensazione significa sfruttare il calore contenuto nel vapore acqueo dell’aria calda dei fumi per trasformarlo in energia calorica, ricavandone acqua e energia.Un tipico fenomeno di condensazione è quello che si verifica in estate quando si tira fuori una bottiglia di acqua fredda dal frigo.
L’aria calda e umida dell’ambiente circostante si condensa tutto intorno alla bottiglia fredda rendendola bagnata.
Un altro fenomeno simile è quello che si verifica in inverno in casa, di solito in cucina, quando l’aria calda e umida prodotta da un minestrone che cuoce sul fuoco, viene a contatto con i vetri freddi delle finestre dove si condensa formando tante gocce di acqua sui vetri fino a renderli bagnati.
Alla base del principio di condensazione c’è il calore latente del vapore.
Il calore latente è la quantità di calore (o di energia) che occorre fornire o sottrarre all’unità di massa di una certa sostanza (acqua per esempio) per farla cambiare di stato fisico.
In questo passaggio di stato, la sottrazione o la fornitura di calore avviene a temperatura costante, cioè senza cambiamento della temperatura della sostanza.
Ad esempio l’acqua a 100 °C, alla pressione del livello del mare, inizia a bollire e a quella temperatura avviene il passaggio di stato da liquido a vapore che si mantiene fino a quando tutta l’acqua è evaporata. La quantità minima di calore o energia necessaria per fare evaporare una unità di massa di acqua prende il nome di calore di evaporazione, una forma particolare di calore latente. La temperatura di ebollizione dell’acqua dipende dalla pressione atmosferica.
Nel caso di evaporazione occorre fornire calore e quindi fornire energia. Nel caso inverso di condensazione, dove avviene il passaggio da vapore ad acqua, l’energia non la si fornisce, ma la si riceve.

condensaz sc. schema condensaz

Infatti, nel passaggio inverso da vapore ad acqua si parla di calore di liquefazione che è la quantità di calore o energia che viene sottratto all’unita di massa di un vapore saturo ad una data temperatura, per trasformarlo in liquido alla stessa temperatura.
Il calore di liquefazione in valore assoluto uguaglia il calore di evaporazione.
Quindi con la liquefazione il calore del vapore viene ceduto e restituito al sistema.
Perché avvenga la condensazione del vapore occorre che esso si trovi ad una determinata temperatura con una certa pressione costante.
Più la pressione è alta, più alta sarà la temperatura necessaria per condensare il gas (ciò significa che posso condensare il vapore acqueo per esempio a 40°C anziché a 5°C, mantenendo alta la pressione.
Le combinazioni di temperatura e di pressione necessarie per condensare il vapore contenuto nell’aria prendono il nome di punto di rugiada.
Il punto di rugiada è quindi la temperatura alla quale il vapore acqueo raggiunge il punto di saturazione, per cui si condensa intorno a delle particelle presenti nell’aria ad una certa pressione costante, cedendo il suo calore.
Le caldaie a condensazione sfruttano questi principi fisici. Sfruttano il calore latente del vapore contenuto nei fumi, recuperando quindi una percentuale di energia che viene riutilizzata, impedendo la sua dispersione nei fumi e quindi nell’ambiente.
Per condensare il vapore dei fumi, le caldaie a condensazione sfruttano la temperatura dell’acqua di ritorno dall’impianto termico, più fredda rispetto alla temperatura dell’acqua di mandata.

I fumi vengono fatti passare in uno speciale scambiatore – condensatore che permette di sottrarre, tramite condensazione, il calore latente del vapore acqueo,cioè l’acqua fredda di ritorno dall’impianto termico viene “spinta” all’interno dello scambiatore di calore nel punto più “freddo” e distante dalla fonte di calore, al fine di sottrarre calore dai fumi e farli condensare in acqua . In questo modo la temperatura dei fumi in uscita si mantiene allo stesso valore della temperatura di mandata, ben inferiore ai 140/160 °C dei generatori tradizionali ad alto rendimento.
Poiché i fumi escono quasi freddi dalla caldaia a condensazione, non hanno la “forza” di risalire su una canna fumaria, perché sono pesanti e devono essere smaltiti tramite un sistema di tiraggio forzato azionato da un ventilatore.

Per sfruttere a pieno il principio della condensazione,l’applicazione più indicata ed idonea di queste caldaie è negli impianti radianti a bassa temperatura(vd. sezione impianti radianti).
La nostra azienda ha iniziato con BUDERUS e con il gruppo REMEHA per passarte poi,a dal 2011,all’installazione esclusivamente di caldaie a condensazione di costruzione DE DIETRICH con scambiatore di calore in lega di alluminio/silicio.

SAMSUNG

L’alluminio/silicio è l’unico materiale non attaccabile dalla condensa acida dei fumi per cui,nella scelta di una caldaia a condensazione è un fattore di primaria importanza e di distinzione tra una cladaia di alto livello e una di basso.
Il bruciatore è invece completamente in acciaio inox a premiscelazione totale,con una modulazione della potenza che varia dal 22 al 100%,questo per tutte le potenze di fornitura,dalla più piccola 24 kW fino ai grandi gruppi a condensazione da 400kW e più,adatti ad installazione centralizzate e/o di teleriscaldamento.
qui sotto vediamo una centrale in cascata da 170kW per il riscaldamento e la produzione di acqua calda sanitaria(in integrazione ad un impainto solare termico) per una palestra.

centrale termica 1

 

qui invece una GB112 da 35kW a servizio di una azienda di apparecchiature di precisione nel settore medico

BUDERUS GB112 35kW

gruppo DEDIETRICH da 350 Kw a servizio di un condominio

n.2 DEDIETRICH MCA 115 in cascata Pn:240kW con scambiatore sul primario AlfaLaval